Ufficiale tedesco. Membro del Partito nazista dal 1933, entrò poco dopo nel corpo delle SS,
venendo nominato capo della sede della Gestapo di Brescia nel 1942. Nel 1943 fu trasferito
a Roma, dove sottostò agli ordini del comandante Herbert Kappler (V. KAPPLER, HERBERT).
Il 23 marzo 1944, dopo la morte di 33 Tedeschi avvenuta in via Rasella, a Roma, per mano
di un gruppo combattente dei GAP (V.),
P. fu incaricato di catturare 335 Italiani
che vennero portati all'interno delle Fosse Ardeatine (V. FOSSE ARDEATINE) e fucilati.
Alla fine della guerra fuggì in Sudamerica, riparando in Argentina, a San Carlos de Bariloche,
sulle Ande, dove, nel 1994, fu rintracciato da membri del Centro Simon Wiesenthal per la
ricerca e la cattura dei criminali di guerra nazisti. Le autorità argentine concessero
l'estradizione e
P. fu portato in Italia dove fu sottoposto a un processo per
crimini di guerra. Il tribunale militare lo dichiarò colpevole di omicidio plurimo,
ma non lo condannò per prescrizione del reato. Le forti proteste, suscitate in ambito
nazionale e internazionale dall'annullamento della sentenza, portarono alla riapertura
del processo che, dopo vari gradi di giudizio, si concluse nel 1998, con la condanna
all'ergastolo, pena che venne da
P. scontata agli arresti domiciliari, vista
la sua età avanzata (n. Henningsdorf, Berlino 1913).